Lo stile passivo aggressivo di personalità

Dott. Giorgio ContePsicologia, Rabbia - aggressività

Lo stile di personalità passivo aggressivo è un meccanismo di coping che utilizziamo quando non vogliamo mostrare la nostra rabbia. Spesso se ne sente parlare, in tv, sui social, o tra amici, ma a volte il passivo-aggressivo potremmo scoprire di essere noi stessi. Questo disturbo era inserito all’interno del DSM-IV (manuale diagnostico dei disturbi mentali) all’interno dell’asse II dedicato ai disturbi di personalità, nella sezione dei disturbi di personalita NAS (non altrimenti specificati) presentando “Un quadro pervasivo di atteggiamenti negativisti e di resistenza passiva alle richieste di una prestazione adeguata, a partire dall’inizio dell’età adulta”.

Il passivo-aggressivo ha una forte rabbia latente che dissimula e scarica in modo indiretto e alternativo con dei meccanismi e degli atteggiamenti sofisticati. E’ un maestro dell’evitamento. Si comporta in modo gentile o addirittura accomodante, si vergogna di dare risposte risolute, a volte omette delle informazioni o mente. Questo non significa che sia un bugiardo, ma solo che gli è stato insegnato che esprimere la rabbia è sbagliato e quindi sopprime ogni possibilità di contrasto.
Il comportamento si basa su una sorta di non-azione, condita da emozioni e motivazioni negative e accompagnato da ostilità sotterranea.
Chi si comporta in questo modo, in genere, lo fa in maniera non verbale, per evitare il confronto diretto con l’altro.
Il problema è che l’altro in questione può non capire i veri sentimenti di chi mette in atto questo comportamento, acuendo suo malgrado il rancore della persona passivo-aggressiva, in un circolo vizioso.

Da una parte c’è la comunicazione aperta e onesta, dall’altra il sotterfugio cinico/crudele e l’abuso della fiducia.
Spesso il passivo-aggressivo sviluppa delle dipendenze (cibo, alcol, droghe, ecc.) perché sono un modo più semplice di sfogare la rabbia di quanto non sia discutere con la persona che l’ha causata.

Ecco alcuni esempi di comportamenti passivo-aggressivi:
essere ambigui: parlare in modo criptico e confuso per intorbidire le acque della comprensione degli altri e farla franca
scusarsi sempre: per non aver fatto quanto promesso o per non aver dato quanto era ovvio dare
drammatizzare: un modo per mettersi al centro della scena e guadagnare l’attenzione vittimizzandosi
rimandare: quasi sempre a spese degli altri
essere in ritardo: o dimenticarsi sempre qualcosa di essenziale
evitare l’intimità: mostrandosi arrabbiati o apertamente negativi
usare colpa o malumore: per punire gli altri o per accattonaggio di attenzioni
fare polemiche e speculazioni verbali: invece di rifugiarsi nel non verbale, travolgere con fiumi inutili di parole
trattenere la tenerezza: per infliggere punizione o controllare l’altro
essere irresponsabili: o non comunicare per tempo su questioni di importanza collettiva

Tutti questi comportamenti, e le altre sfumature che il comportamento passivo-aggressivo può assumere, hanno in comune l’insicurezza nell’esprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni.
Per questo, la persona cerca vie alternative, non per comunicare come si sente ma per cambiare direttamente le cose a suo vantaggio. Purtroppo, una persona che cresce in questa condizione impara sempre di più e sempre meglio a mascherare la propria ostilità – senza apprendere mai quando è opportuna – e ad “addolcire” oltremodo le sue maniere per ottenere benevolenza e non scatenare reazioni negative negli altri, e può rimanere intrappolato in questo atteggiamento, portandosi dentro tendenze vendicative e sabotatrici.

Cosa fare se abbiamo di fronte una persona che manifesta un atteggiamento passivo-aggressivo?
Innanzitutto, riconoscere il vero comportamento passivo-aggressivo da un’occasionale fuga in questi comportamenti, una fuga che può vederci protagonisti in qualsiasi momento, quando ci sentiamo troppo stressati. Sottrarsi costantemente a qualsiasi scambio o relazione ambigua, per evitare a monte di essere la vittima dalla quale altri, con comportamenti del genere, possano trarre vantaggio. Migliorare le proprie abilità comunicative, per fronteggiare i colpi bassi insiti nei comportamenti del passivo-aggressivo e saper ribattere in maniera costruttiva.

Cosa fare se mi rivedo io nel comportamento passivo-aggressivo?
Se sospetti di essere una persona solita a esprimere la sua rabbia in questo modo, la prima cosa da fare per cambiare è imparare a conoscere il sentimento di rabbia. Può sembrare una cosa semplice, ma se hai passato la vita a nasconderla agli altri e a te stesso, non lo sarà. Tuttavia è possibile. Ricorda, l’impulso interiore arriva sempre prima della reazione. Puoi cominciare la sensazione di rabbia che cresce dentro di te, una volta imparato quali sono i suoi segnali potrai gestirla liberamente.
Ecco una lista di sensazioni che accompagnano la rabbia:

– Il corpo è teso
– Senti un “tuffo” al cuore
– Tremi
– Senti il viso o il collo accalorarsi
– Non riesci a stare seduto
– Stringi i pugni
– Cambi o alzi il tono di voce
– Ti senti depresso, irritabile o colpevole
– Provi ansia
– Desideri fuggire dalla situazione
– Pensi o dici cose eccessivamente critiche o sarcastiche
– Fantastichi sulla possibilità di vendicarti
– Sei ossessionato dalla cosa che ti fa arrabbiare

Se vuoi trasformare la rabbia passiva-aggressiva in una rabbia sana, riuscire ad esprimere la tua contraddizione interna e cercare una soluzione alle cause delle tue sensazioni devi imparare a capire che sei arrabbiato.
Rifletti sul tuo passato e cerca di capire quali eventi o situazioni ti hanno fatto apprendere l’uso di siffatte modalità.

– Riconosci l’impatto di questi comportamenti su chi ti sta intorno e sulle relazioni che hai con gli altri, prendendo atto della negatività alla quale le stai portando.

– Accetta la tua piena responsabilità per quanto sta accadendo.

– Inizia ad affrontare in maniera onesta e aperta problemi, conflitti e oscurità nelle relazioni con gli altri, senza procrastinare né fingere che tutto vada bene, perché prima o poi l’ostilità nascosta ti farà ricadere in uno dei comportamenti suddetti.

Individuare le cause scatenanti e le sensazioni della rabbia sono il primo passo per riuscire a gestirla. Durante le tue giornate prenditi un minuto per osservare cosa accade al tuo corpo, ai tuoi pensieri e alle tue sensazioni.
La prossima volta che ti sentirai in conflitto con qualcuno non fuggire o non coprire la tua rabbia, resta fermo in quel momento e cerca di viverlo. Scappare non ti renderà meno arrabbiato in futuro, ti renderà solo meno felice. Se tutto questo non ti è di aiuto, o non riesci a metterlo in pratica, chiedi aiuto allo psicologo; ti insegnerà delle tecniche utili e a come metterle in pratica per il tuo benessere e quello di chi ti sta intorno.

Bibliografia e sitografia
American Psychiatric Association (1994). DSM-IV. Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. A cura di: P. Pinochet; Edizione Italiana a cura di V. Andreoli, GB. Cassano, R. Rossi, pp. 634-635, Masson, Milano.
Benjamin, L. S. (1999). Diagnosi interpersonale e trattamento dei disturbi di personalità, Las, Roma.
www.studialamente.com/2011/12/passivo-aggressivo-questo-sconosciuto.html
www.psikhe.com/articoli/non-capire-essere-passivo-aggressivo/