Il disturbo borderline di personalità (DBP) è un disturbo di personalità caratterizzato da improvvisi cambiamenti di umore, instabilità dei comportamenti e delle relazioni con gli altri, marcata impulsività e difficoltà ad organizzare in modo coerente i propri pensieri. Questi elementi si rinforzano reciprocamente, generando notevole sofferenza. Il risultato è che le persone con questo disturbo, pur essendo dotate di molte risorse personali e sociali, realizzano con difficoltà e a fatica i propri obiettivi.
Questo disturbo colpisce il 2% della popolazione, più frequentemente il sesso femminile. L’esordio avviene in adolescenza o nella prima età adulta.
Pare che alcuni personaggi famosi come Angelina Jolie, Amy Winehouse, Marilyn Monroe e addirittura la principessa Diana di Inghilterra, fossero affette da questo disturbo.
Caratteristiche dei sintomi
Tra le caratteristiche peculiari del disturbo troviamo l’instabilità emotiva, che si manifesta con marcati e improvvisi cambiamenti del tono dell’umore. Le persone colpite da questo disturbo possono oscillare rapidamente, tra la serenità e la tristezza, tra l’intensa rabbia e il senso di colpa. A volte emozioni contrastanti sono presenti contemporaneamente, tanto da creare caos nel soggetto e nelle persone vicine.
Queste “tempeste emotive” si scatenano in risposta ad eventi relazionali spiacevoli, come, ad esempio, un rifiuto, una critica o una semplice disattenzione da parte degli altri. La reazione emotiva di chi ha questo disturbo è molto più immediata, marcata e duratura rispetto a quella delle altre persone (vulnerabilità emotiva), per cui gestire le proprie emozioni diventa più difficile (disregolazione emotiva).
Nel tentativo di controllare i propri picchi emotivi, le persone con disturbo borderline di personalità ricorrono all’azione impulsivamente, agendo cioè, senza riflettere. L’impulsività si può esprimere con esplosioni di rabbia, litigi violenti, abuso di sostanze, abbuffate di cibo, gioco d’azzardo, promiscuità sessuale, spese sconsiderate. Possono anche manifestarsi, a volte anche in modo ricorrente, atti autolesivi quali ferite auto inferte, fino a veri tentativi di suicidio.
Un’altra caratteristica peculiare di questo disturbo è la difficoltà elaborativa sulle proprie esperienze, sui propri stati d’animo e sui propri rapporti interpersonali in modo coerente e lineare. Le conversazioni di queste persone appaiono generalmente ricche di episodi, scene e personaggi, ma prive di un filo conduttore evidente. Il loro punto di vista su sé stessi o sulle altre persone, spesso, può risultare contraddittorio.
I soggetti con DBP presentano, inoltre, relazioni con gli altri tumultuose, intense e coinvolgenti, ma estremamente instabili e caotiche. Non hanno vie di mezzo, sono per il “tutto o nulla”, per cui oscillano rapidamente tra l’idealizzazione dell’altro e la sua svalutazione (es. “totalmente buono” e “totalmente cattivo”). I rapporti iniziano generalmente con l’idea che l’altro, il partner o un amico, sia perfetto, completamente e costantemente protettivo, affidabile, disponibile, buono. Ma è sufficiente un errore, una critica o una disattenzione, che l’altro venga catalogato repentinamente nel modo opposto: minaccioso, ingannevole, disonesto, malevolo. In molti casi le due immagini dell’altro, quella “buona” e quella “cattiva,” sono presenti contemporaneamente nella mente del soggetto borderline, generando ulteriore caos.
Tutte queste difficoltà incidono drammaticamente sulla stima di sé, per cui i soggetti con questo disturbo si percepiscono, contemporaneamente, sbagliati e fragili. Trascorrono la maggior parte del tempo a cercare di correggere questi presunti difetti, trattandosi con severità e pretendendo da se stessi cambiamenti impossibili.
In questo contesto, a volte l’altro è sentito come giudicante e come se fosse un nemico da cui difendersi. In questi momenti queste persone si sentono fragili ed esposte, senza possibilità di difesa e di aiuto, ad un mondo potenzialmente minaccioso e pericoloso. In situazioni di forte stress, possono presentare degli episodi di ideazione paranoide durante i quali pensano che gli altri abbiano intenzioni malevole e ostili verso loro. In altri casi, invece, rispondono allo stress con delle crisi dissociative durante le quali perdono transitoriamente le capacità critiche ed il senso di sé. In questi casi, l’emozione dominante è la paura, a cui spesso si associa una sensazione di assoluta solitudine e di totale abbandono da parte degli altri.
A volte riescono a sottrarsi alle forti pressioni cui sono sottoposti distaccandosi da tutto e da tutti: entrano in uno stato di vuoto nel quale avvertono una penosa mancanza di scopi. Si tratta di una condizione pericolosa, in quanto in questi stati sono frequenti le tendenze all’azione, come le abbuffate di cibo, l’abuso di sostanze stupefacenti, gli atti autolesivi e i tentativi di suicidio.
Il DBP ha delle caratteristiche in comune con i disturbi dell’umore, in particolare con il disturbo bipolare. Entrambi i disturbi, infatti, presentano degli stati intensi di euforia e di depressione, ma mentre nel DBP queste fluttuazioni dipendono dal contesto, nel disturbo bipolare, invece, le oscillazioni dell’umore si presentano in modo ciclico, indipendentemente dal contesto.
Bisogna anche differenziare il disturbo borderline di personalità da altri disturbi di personalità con caratteristiche simili, in particolare il disturbo dipendente di personalità e il disturbo istrionico di personalità, con i quali ha in comune il timore dell’abbandono da parte delle persone significative, il senso di vuoto e l’idea di essere sbagliato. Un’ultima distinzione va fatta tra il disturbo borderline e la schizofrenia. I due disturbi hanno in comune alcuni sintomi psicotici, ma nel disturbo borderline questi risultano temporanei e dipendenti dallo stato del paziente o dal contesto. I soggetti borderline, infine, hanno un funzionamento personale e sociale maggiore rispetto alle persone affette da schizofrenia.
Cause del disturbo
I fattori di rischio del disturbo borderline di personalità spesso sono due aspetti che interagiscono tra loro potenziandosi reciprocamente:
– un’infanzia trascorsa in un ambiente invalidante, cioè un contesto in cui il soggetto può essere stato esposto a svalutazione dei propri stati mentali (pensieri, emozioni e sensazioni fisiche), interazioni caotiche ed inappropriate, espressioni emotive intense, carenze di cure, maltrattamenti e abusi sessuali;
– fattori genetico-temperamentali, che predisporrebbero il soggetto allo sviluppo della disregolazione emotiva.
Differenti tipi di trattamento
Il disturbo borderline di personalità è tra i disturbi più studiati. Il trattamento raccomandato dagli esperti per la cura di questo disturbo è la psicoterapia, eventualmente affiancata dalla farmacoterapia. Orientamenti terapeutici diversi hanno realizzato diversi tipi di terapie per la cura specifica del disturbo borderline. Attualmente risultano maggiormente efficaci i trattamenti che includono terapie diverse e intensive come la terapia dialettico-comportamentale (DBT), la schema-focused therapy (SFT), la terapia centrata sul transfert (TFP), la terapia cognitiva per i disturbi di personalità (CTPD), l’analisi transazionale, ecc. Fondamentale in ogni caso è prendere subito accordi con uno psicologo per una consulenza mirata alla diagnosi del disturbo che possa inquadrare il soggetto verso la scelta terapeutica più idonea.
Bibliografia e sitografia
American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision.Edizione Italiana: Masson, Milano.
Gabbard G. (2007). “Psichiatria psicodinamica”. Raffaello Cortina Editore
Clarkin J.F., Lenzenweger M.F., (1997), I disturbi di personalità Raffaello Cortina, Milano.
www.terzocentro.it/cosa_curiamo/disturbi_di_personalita/borderline.asp
www.disturboborderline.com/
www.newhealthguide.org/Famous-People-With-Borderline-Personality-Disorder.html